Comunicazione verbale, paraverbale e non verbale
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Comunicare, dopo respirare, è una delle azioni che facciamo in modo più facile e inconscio di ogni altra. Se, però, per alcuni secondi puoi volontariamente non respirare, non c’è secondo, anzi, millesimo di secondo in cui tu non possa comunicare.
Quando parli comunichi, quando stai in silenzio comunichi, quando ti muovi comunichi, quando stai immobile comunichi, quando sorridi o metti il broncio comunichi, quando sei impassibile, in realtà, comunichi.
Spesso crediamo di “non comunicare niente”, ma questo è materialmente impossibile. La comunicazione ha in sé tre canali differenti: comunicazione verbale, comunicazione paraverbale e comunicazione non verbale.
Il problema principale della comunicazione è che non tutti sono a conoscenza di questi tre diversi canali e nel relazionarci con gli altri spesso diamo più valore ad un tipo di canale piuttosto che a un altro.
Per comunicare a pieno ciò che desideriamo, abbiamo bisogno di saper padroneggiare tutte e tre le tipologie di comunicazione. Per farlo è necessario conoscerle a pieno e in questo articolo cercheremo di farlo passo dopo passo.
Comunicazione verbale
La comunicazione verbale è legata al trasferimento di contenuti grazie alle parole dette e scritte.
È necessario sfatare un mito: la comunicazione verbale non è la modalità più rilevante. Può sembrare un gioco di parole, ma in realtà è molto semplice. Grazie agli esperimenti e agli studi di Mehrabian, e poi di Argyle, abbiamo potuto notare che la comunicazione verbale influisce solo al 7% nella trasmissione di un messaggio ad un’altra persona o ad altre persone.
Una delle frasi più gettonate in questo caso è “non conta ciò che dici, ma come lo dici”. Frase molto vera. Probabilmente ti sarà capitato di conoscere almeno una di quelle persone molto loquaci, ma, allo stesso tempo, noiose e difficili da seguire.
C’è però da fare una precisazione!
Anche la persona migliore ad approcciarsi, se è priva di contenuti veri, rischia di non essere più compresa e, non devi dimenticare, che il fine principale della comunicazione è proprio quello di trasferire correttamente un messaggio da un soggetto ad un ricevente.
Utilizzando in malo modo questo 7% il messaggio diventerà di difficile comprensione e la comunicazione, semplicemente, non funzionerà come invece avresti voluto.
La comunicazione verbale, anche se influisce al 7%, deve essere comprensibile, curata e semplice.
Ad esempio, ciò che può essere detto con trenta parole non deve essere comunicato con cinquanta. Ciò che può essere spiegato con termini semplici, ma comprensibili, non deve essere espresso con termini difficili.
Infatti, anche se i vari studi hanno dimostrato che la comunicazione verbale è efficace solo in piccola parte nel giusto trasferimento di un messaggio, questo tipo di comunicazione rimane comunque fondamentale e deve essere utilizzata nel modo giusto per essere davvero efficace e utile.
Comunicazione paraverbale
Abbiamo già citato e analizzato la frase emblematica della comunicazione, cioè “non importa ciò che dici, ma come lo dici”. Infatti, se la comunicazione verbale è “ciò che dici”, la comunicazione paraverbale è “come lo dici”.
La comunicazione paraverbale è strettamente legata a quella verbale e va a caratterizzare il modo in cui diciamo ciò che vogliamo dire oralmente, quindi con le nostre parole e la nostra voce. La sua importanza è tale da influire per il 38% sulla comunicazione del messaggio.
La comunicazione paraverbale ha un ruolo centrale, soprattutto per la sua capacità di coinvolgere il ricevente. Coinvolgere, infatti, significa rendere partecipe l’altro, specialmente dal punto di vista emotivo.
Grazie a questo canale siamo in grado di rendere più o meno partecipi gli altri modulando tutti gli elementi che fanno parte della comunicazione paraverbale.
Infatti, il paraverbale si distingue in quattro elementi della voce:
- tono, ciò che definisce lo stile della comunicazione e soprattutto l’impatto emotivo, quindi potremmo dire “che bello!” in tono felice, ma anche in tono sarcastico oppure in tono dolce.
- ritmo, questa caratteristica è influenzata dal nostro stato d’animo ed è la velocità con cui parliamo. Solitamente, parliamo velocemente quando siamo imbarazzati e lentamente quando vogliamo esprimere calma, ma non sempre è così. In ogni caso, il ritmo è fondamentale per non rendere la comunicazione un elettrocardiogramma piatto, ma ricco di enfasi, di pause, utili a dare potenza a determinate frasi o parole.
- timbro, cioè il registro vocale di una persona, il colore vocale, ciò che più si lega alla personalità di una persona. Per definire il timbro potremmo utilizzare una varietà di termini, come, ad esempio, rauco, profondo, caldo, avvolgente, stridulo, vivace e così via.
- volume, ciò che determina l’intensità delle parole. Il volume può essere alto o basso e spesso le persone con un volume alto di voce vengono identificate come sicure e convinte, mentre le persone con un volume basso di voce sono viste come timide e insicure.
Comunicazione non verbale
Nella trasmissione di un messaggio influisce un altro tipo di canale, cioè la comunicazione non verbale.
La comunicazione non verbale ha un potere immenso nella trasmissione del messaggio, addirittura il 55%, molto di più della somma delle altre due tipologie di comunicazione.
Come il paraverbale, anche la comunicazione non verbale è figlia della situazione emotiva del soggetto; infatti, è composta da gesti e movimenti che difficilmente possiamo controllare senza un vero allenamento.
La comunicazione non verbale è analizzabile dalle espressioni facciali, la postura e i movimenti del corpo, la distanza dall’interlocutore e tutto ciò che non è verbale, quindi a parole.
Quante volte ti sarà capitato di dire “sto bene”, ma di dimostrare tutt’altro con il tuo corpo e il tuo viso, senza nemmeno accorgertene. Infatti, la comunicazione non verbale esprime ciò che davvero siamo, il nostro vero essere e ciò che c’è nel nostro inconscio. Proprio per questo, non è facile da controllare, anzi, spesso e volentieri è inconscia e nemmeno riesci a renderti conto al cento per cento di tutti i movimenti che fa.
Il tuo viso, ad esempio, con i suoi tantissimi muscoli, si muove anche in modo non sempre percepibile da un occhio poco attento ed esprime ogni tua emozione.
Oppure i tuoi occhi possono esprimere molto analizzando dove guardano, cosa guardano, se sono lucidi oppure no, quanto sono dilatate le pupille e così via.
Spesso quando non ti senti sicuro tieni le braccia conserte, quando non sei troppo interessato alla persona con cui parli la postura del tuo corpo lo dimostra, quando sei in ansia digrigni i denti oppure sbatti il piede a terra oppure tossisci oppure ti sudano le mani e così via.
Il mondo della comunicazione non verbale, come anche del paraverbale e del verbale, è un mondo immenso, impossibile da analizzare in un articolo solo.
Ciò che ci preme di più in questo articolo, però, è, in primo luogo, dimostrarti quanta importanza ha la comunicazione in ogni attività umana, dato che è impossibile non comunicare. In ogni momento, esprimiamo qualcosa e spesso e volentieri ce ne dimentichiamo.
Per avere il controllo della situazione ci sono molti fattori che collaborano tra loro e uno di questi è il controllo delle proprie modalità di comunicazione e la comprensione dei tre canali di comunicazione negli altri.
Non basta saper controllare le proprie emozioni e le proprie modalità comunicative, se poi non sai comprendere quelle degli altri e viceversa.
Per ora inizia a familiarizzare con questi tre canali comunicativi, analizzali negli altri e in primis su di te e nota quanto “parlano” le parole, ma anche quanto “parla” ciò che parole non sono.
Il mondo della comunicazione è ampio e intricato, ma essenziale, per questo cercheremo in futuro di analizzare più in profondità queste tematiche con nuovi articoli di approfondimento.